Plantari per tutte le esigenze
Per semplificare divideremo i plantari in materiale rigido, semirigido e morbido.
I plantari rigidi avranno efficace riscontro laddove è
importante contrapporre al carico il sostegno o l'inclinazione, affinché l'effetto
desiderato non ne vanifichi la resistenza.
I plantari semirigidi hanno la possibilità di essere tollerati
in ogni circostanza ove si richieda una modica fase riabilitativa in un soggetto che
presenti localmente una patologia dolorosa anche di natura traumatica.
I plantari morbidi, a differenza dei precedenti perdono le
caratteristiche correttive ma si inseriscono validamente in un contesto di molte
situazioni dove il carico ha un aspetto primario. E' importante ricorrere a materiali per
lo più elastici, come il lattice, l'espanso, il silicone e valutare il necessario grado
di resistenza per offrire al paziente adeguati punti di sostegno.
Nello sportivo il plantare in silicone si rende molto utile grazie alle
sue proprietà fisiche e molecolari. Il silicone infatti ha di per sé una struttura
molecolare elastica e permette una perfetta reazione uguale e contraria al carico.
Quando si parla di silicone bisogna specificare in questo caso che il plantare da
realizzarsi deve adattarsi alle varie condizioni che il piede richiede.
Distinguendo il piede in varie regioni possiamo offrire a queste ultime varie elasticità
a seconda delle problematiche esistenti. Ad esempio, se nello sportivo è presente una metatarsalgia ed una spina calcaneare sarà opportuno creare due
differenti condizioni del carico: una per l'avampiede e una per il retropiede, tutto
questo in un solo plantare, manipolando il materiale di base (grezzo)
catalizzandolo con la fusione di paste al silicone di differente grado di elasticità in
più punti. Questo metodo da noi praticato consente di offrire al piede un mezzo utile per
affrontare tutte le sollecitazioni che provengono da una deambulazione varia e stressante
qual'è quella presente nel tennis, nel calcio, nel jogging, nello step, nell'aerobica,
ecc.
Utilizziamo la stessa tecnica anche nei casi di gravi ulcere-plantari
dove il piede necessita di sostegni e scarichi con spessori ricavati da un'impronta
negativa e positiva di gesso, raggiungendo ottimi risultati finali anche a vantaggio della
superficie cutanea in quanto è possibile lavare il plantare con acqua e sapone.
La diffusione di questo metodo non intralcia il manufatto commerciale che viene richiesto
nei casi di minor gravità, tuttavia consigliamo sempre di interpellare specialisti che
abbiano cognizione anche del settore meccanico-ortopedico.
|